Le radici storiche dell’edificio, attuale chiesa di S. Rocco, (vedi LA CHIESA DI SAN ROCCO IN VOGHERA di Fabrizio Bernini), si fanno risalire all’XI secolo. Intorno all’anno mille la deambulazione dei pellegrini dell’Europa verso i luoghi sacri utilizzava la vecchia rete stradale tracciata dall’Impero Romano ed una delle arterie principali era la via Postumia(da Piacenza a Genova), successivamente nominata via Emilia, che passava per Clastidium (Casteggio) e Foro Juli Iriensum ( Foro Giulio Iriense-ns. Voghera).La città fu distrutta dagli Unni (452) e risorta per opera dei Goti nel VI secolo prese il nome di Vicus Iriae quindi Vicheira poi Voghera.
Nel X secolo a causa di guerre in Medio Oriente dovute all’intransigenza dei Turchi verso le altre religioni, si sviluppò un pellegrinaggio verso Roma sull’antica via Postumia. Le difficoltà del viaggio e la povertà dei pellegrini portò la creazione di numerosi luoghi di sosta lungo il percorso ad opera sia di enti religiosi sia di città all’interno e all’esterno delle mura cittadine.Fuori le mura venivano ospitati pellegrini che potevano aver contratto provati dal lungo viaggio ,malattie contagiose.
Un ospizio dove venivano alloggiati e rifocillati i pellegrini non intaccati da malattie contagiose era l’ospedale di San Enrico o del Salvatore con annessa Chiesa che si trovava lungo la via Emilia all’interno della cerchia muraria cittadina presso porta Rossella , una delle cinque porte di accesso alla antica Viqueira, che delimitavano l’abitato dandogli una conformazione perimetrale assomigliante ad una pera ancora oggi esistente. La gestione di questo ospedale fu affidata ad alcuni frati senza ordine religioso furono chiamati ospitalieri, erano membri di associazioni civili, religiose, militari, impegnati a fornire ospitalità ai pellegrini ma che appartenevano al capitolo di San Lorenzo (Duomo) al quale spettava la sovrintendenza dell’ospedale.Presso l’ospedale del Salvatore intorno all’anno 1020 circa, venne eretta una chiesa per riconoscenza della cittadinanza all’imperatore Enrico II da qui il nome ospedale di S. Enrico o del Salvatore. Nel XII e XIII secolo ritroviamo l’uso generico di S. Enrico sia per la Chiesa che per l’ospedale gestite dagli ospitalieri ai quali seguiranno ,all’epoca di Carlo V, i Cavalieri di Malta.
Nel XV secolo l’ospedale , le chiese di S. Enrico, S. Maria della Pietà ,S. Giovanni Battista, S. Maria della Rossella, assieme alle loro rendite e beni vengono tresferite all’ordine dei Domenicani i quali concentravano un cospicuo patrimonio.
Nel XVI secolo ritrovate parte delle spoglie (le ossa del braccio frammenti…), si rinnova la venerazione di San Rocco , con le offerte dei fedeli inizia la costruzione della nuova chiesa, in onore del Santo, concepita come ampliamento e trasformazione di chiesa precedente. Le offerte non bastavano anche perché i domenicani dirottavano gli introiti al completamento del dormitorio del loro convento , operazione consentita a causa di una bolla papale che si rifaceva al concilio di Trento : ogni beneficio avrebbe dovuto essere devoluto alla fondazione del Seminario per nuovi chierici; quindi la costruzione della nuova Chiesa si fermo’. In quel periodo sia l’ospedale che l’oratorio erano dedicati a S. Rocco ma soprattutto la chiesa si trovava in cattivo stato per cui in collaborazione con i domenicani nacque la Confraternita del SS. Nome di Gesu, successivamente confraternita di S. Rocco, costituita da alcuni vogheresi che acquistarono alcuni beni con il preciso scopo di recuperare la chiesa fatiscente e i fabbricati vicini sui quali si concentrarono le speranze e le attenzioni dei vogheresi colpiti dalla peste di S. Carlo che ne decimò la popolazione.
Le confraternite fiorirono nel XVI e XVII secolo composte da laici con regole e statuti propri legate a istituti ecclesiastici con il preciso intento di recupero e conservazione degli stessi , sviluppo della fede, provvedere all’insegnamento sia ecclesiastico sia sociale promuovendo lo sviluppo . Con la riedificazione delle mura fu rifatta la sepoltura delle ossa di S. Rocco (osso del braccio riposto in un braccio d’argento), ristrutturato l’ospedale e creata una piazzetta antistante la chiesa. L’antico ospedale venne ripristinato ma ebbe vita breve, con l’occupazione francese i locali furono adibiti a deposito di sale, le amministrazioni e gli ordini religiosi degli ospedali furono soppressi i domenicani furono estromessi mentre l’oratorio e la chiesa rimasero in carico alla confraternita che rese omaggio all’ingresso in città di Napoleone proprio sul piazzale della chiesa nel 1804. Con le guerre di indipendenza l’ex ospedale e la chiesa sconsacrata vennero requisiti e trasformati in centro di transito e di sosta per le truppe sino all’unità d’Italia.
A fine XIX secolo la confraternita chiede la fondazione di una seconda parrocchia cittadina, nel 1924 la sovrintendenza ai monumenti della Lombardia dichiara la chiesa di San Rocco monumento sottoposto a vincolo e nel 1938 viene eretta la nuova VICARIA di S.Rocco verso la costituzione di PARROCCHIA.
Questo si verificò dopo le celebrazioni del settimo centenario della morte di San Rocco, rappresentò l’attaccamento dei vogheresi alle sorti di questa chiesa che continua ad essere frequentata dai fedeli che riconoscono la venerazione di San Rocco nelle ossa custodite nel braccio d’argento e nell’urna esposta che custodi’ le spoglie del Santo.

IL SANTO SAN ROCCO
San Rocco è compatrono della città di Voghera assieme a San Bovo .
Nato a Montpellier nel 1295 , rimasto orfano di famiglia agiata , lascia tutti i beni ai poveri per deambulare pellegrino verso Roma toccando diverse città e dedicandosi alla cura e guarigione degli appestati. Tornando alla sua terra natale, fu colpito dalla peste nei pressi di Piacenza nel 1371. Venne curato presso il castello di Sarmato da un nobile piacentino, incuriosito dai continui movimenti del cane che accompagnava il Santo.
San Rocco dopo la guarigione riprese la marcia verso la Francia ma fu arrestato per spionaggio, venne imprigionato fino alla morte di non facile ubicazione e datazione. Alcuni studiosi la fanno risalire al 1327 altri al 1375. A seguito di successive indagini, scoprirono le nobili origini da parte materna , nipote del Governatore del luogo, le spoglie furono sepolte in una chiesa del posto e dilagò il culto e la venerazione quale protettore degli appestati malattia dilagante in quei periodi. Alcune tesi lo vogliono seppellito a Montpellier, altre nei pressi di Angera, altre a Voghera.
Questioni controverse , ma forse la più accreditata risulterebbe essere Voghera in quanto da ricostruzioni storiche pare non fosse mai arrivato ne sul lago Maggiore ne quantomeno in Francia.L’ipotesi più verosimile è che la morte di San Rocco sia avvenuta a Voghera prova ne sono la presenza del suo corpo e delle sue reliquie documentate nel 1469 trafugate nel 1483, ma soprattutto il documento conservato nell’Archivio Storico inserito nella raccolta: STATUTA CIVILIA ET CRIMINALIA databile 1391. Di non facile e semplice ricostruzione è la collocazione delle spoglie di San Rocco nella chiesa di San Enrico (attuale chiesa San Rocco) a Voghera poi a Venezia.
Le frequenti pestilenze e la devozione dei fedeli fecero aumentare a tal punto la fama del Santo, come guaritore della peste, che incentivò per tutta Europa l’obiettivo di appropriarsi delle sacre spoglie contenute in una cassa di legno sotto l’altare della chiesa di S. Enrico non rigorosamente custodite. Secondo la tradizione ci riuscirono i veneziani nel 1483 a trasferire le sacre spoglie di San Rocco a Venezia dove attualmente continua ad essere venerato.
Nel 1525 a causa di una pestilenza che afflisse l’Oltrepo ci si ricordò di quello che era rimasto delle spoglie (frammenti delle ossa del braccio) e si continuò a venerarle , vennero raccolte offerte dai fedeli e si iniziò la ricostruzione di una nuova chiesa, sulla stessa, intitolata a SAN ROCCO ribadendo la festa al 16 agosto di ogni anno quando viene esposta la reliquia del santo racchiusa in un braccio d’argento , tale ricorrenza risulta dal documento approvato da Gian Galeazzo Visconti nel 1391 che attesta la più antica celebrazione al mondo della festa di San Rocco. La vasta e rapida affermazione del culto di San Rocco è attestata da testimonianze artistiche, culturali, caritative e devozionali che lo fanno diventare il Santo più popolare al mondo ed è probabile che Voghera abbia svolto un ruolo importantissimo come diffusore del culto.